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La chiesa rurale di Gesù e Maria di Piazza Armerina

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La chiesa di Gesù e Maria di Piazza Armerina si trova nella costa del Vallone di Riso a valle della chiesa di San Martino ed era raggiungibile grazie a una stradina lastricata, di cui rimangono tutt'oggi tracce vistose (coordinate:  37.386254, 14.359494) . Tale strada era probabilmente un primo accesso alla citta medievale. Gli anziani raccontano che, a maggio, in occasione dei festeggiamenti della "Zazza vecchja" l'effigie della madonna veniva portata in questa chiesa, passando per questa strada forse medievale. La chiesa rurale si presentava ancora integra in una foto d'epoca risalente forse agli anni Cinquanta. Oggi è diroccata. I ruderi, comunque, sono ancora presenti: le mura perimetrali si ergono per circa un metro e mezzo e vi è anche un brandello del lato sinistro della facciata. Sarebbe utile una pulitura o un restauro per renderla un segno visibile del passato: basterebbe poco e si potrebbe rendere visibile il pavimento. La struttura rimanente è in gesso...

I cippi di confine di monte Navone e dintorni

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 Durante una delle escursioni, volte a ricercare l'antico Itinerarium Antonini , abbiamo ritrovato dei cippi in pietra arenaria, in dialetto barrese " merchi " oppure "finajti" , che presentano delle lettere alfabetiche scolpite. La prima contrada, in cui ve ne sono ben tre, è la costa e minnuli (costa delle mandorle), che si trova nei pressi del Brahemi e del mulino Salemi- Scorciavecchja . I tre cippi (1a, 1b, 1c) riportano sulla superficie esposta a nord le lettere "AV" e su quella a sud "BB" (vd. foto dalla n. 1 alla n. 8). La merca 1c è stata estirpata e, per vedere il lato opposto, occorre girarla (al momento non ci è stato possibile). Le tre merchi  si trovano a margine di una strada lastricata e nei pressi del primo cippo vi è un lastrone (vd. foto 9 e 10) in pietra arenaria che presenta dei graffiti geometrici particolari: un frazionamento? Un altro lastrone con dei graffiti simili (vd. foto 11 e 12) si trova sulla costa di monte N...

La chiesa rurale di San Nicola del Canneto di Butera

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      Fig. 1 L'ex chiesa di San Nicola vista da est    Apprendiamo dell'esistenza della chiesa rurale di San Nicola del Canneto (figg. dalla n. 1 alla n. 4) dagli storiografi Rocco Pirri, Carlo Alberto Garufi e Lynn Townsend White Jr.  [1]. Quest'ultimo inserisce la chiesa tra quelle basiliane di rito greco ortodosso che furono fondate o restaurate o semplicemente riutilizzate; la data che lo studioso americano riporta per la chiesa buterese è il 1131. Nell'agosto del 1143, il conte Simone del Vasto e la moglie Thomasia donarono al monaco Geremia il monastero di santa Maria di Licodia (appena fondato e destinato a diventare abbazia), al quale erano assoggettate la chiesa di San Nicola del Canneto e altre proprietà. Il paleografo Garufi studiò il documento di donazione e lo trascrisse:  " vineam, iuxta vineam Ugonis: ex una parte via mazarini, ex altera pomerium iuxta fontem iuxta in pantanum et terram que est ante ecclesiam. Ex una parte est terra...