Un inedito insediamento (fattoria romana?) in contrada Criti, territorio di Piazza Armerina

 


Fig. n. 1
Mulino di contrada Criti

    A circa 1,7 chilometri a nord dal guado del torrente Olivo attraversato dalla strada provinciale n. 15, si trova uno dei tanti mulini ricadenti sulle sponde dei torrenti (tra loro affluenti) Furma, Olivo, Brahjemi: il mulino di contrada Criti (vd. foto dalla n. 1 alla n. 6). Durante un'escursione nella zona [1], sono state rinvenute le tracce di un lastricato (coordinate: 37°23'15.6"N 14°15'56.4"E) simile a quelli di contrada Galati, Arcieri e Cacici (vd. foto dalla n. 7 al n. 11). Si tratta di un probabile diverticolo dell'Itinerarium Antonini che saliva verso il sito di Montagna di Marzo ed era di servizio anche per il latifondo Polino. Tale lastricato, ricadente ai piedi di monte Friddini e in molti tratti coperto dall'asfalto, secondo la testimonianza di anziani scendeva a valle verso il guado già citato e, nel tempo, è stato coperto dalle alluvioni. Il tracciato, comunque, corrisponde anche con la regia trazzera borbonica che dalla chiesa di Santa Maria (poi volgarizzata in masseria e sorgente sul guado del Brahjemi lungo la provinciale n. 15) porta attraverso le contrade Criti, Torre e Jinchirìa all'incrocio denominato "Quattro Finàjiti". Il mulino di contrada Criti sorge, insomma, dove si incrociano la regia trazzera appena menzionata e il diverticolo che conduceva a Montagna di Marzo. Proprio in questa zona d'incrocio sono stati trovati i resti di un insediamento antico, probabilmente un'inedita villa romana, della quale si possono apprezzare abbondanti frammenti fittili (tra cui ceramica sigillata romana), resti di pietra lavica ossia di macine, resti di ossa e frammenti di marmo bianco (vd. foto dalla n. 12 alla n. 17). Si potrebbe ipotizzare, inoltre, che le pietre con le quali è stato costruito il mulino siano provenienti dal riciclo di quelle del sito di età precedente. Ciò si può constatare osservando il parato murario del mulino, nel quale vi sono delle particolari pietre ben squadrate. La presenza di ceramica di ceramica invetriata del XVII secolo ci fa intuire che il mulino fosse usata in quel periodo.    

    In questa contrada, ad ogni buon conto, durante i lavori per costruire la strada, a mezza costa rispetto al monte Polino, furono trovati i resti di un sito romano [2]. Più a monte, verso nord e in direzione di Montagna di Marzo, sul versante del Monte delle Creti e sulla riva destra del torrente Olivo si trova un altro mulino (coordinate: 37°23'37.1"N 14°16'36.1"E). Nei pressi di quest'ultimo affiorano pure frammenti fittili. Durante i lavori per costruire l'acquedotto della diga Olivo, questo mulino e quest'area furono coperti da detriti di scarto per più di quattro metri. Non è improbabile che in quest'area, adesso coperta da un'enorme quantità di detriti, vi fosse un altro sito archeologico. La vallata, infine, ospita altre aree di spargimento di materiale fittile sia sul versante di Monte Rabbiato sia sul versante di Monte Polino: occorre, in tal senso, fare una ricognizione scientifica.

Fig. n. 2
Mulino di contrada Criti, conci ben squadrati

Fig. n. 3
Mulino di contrada Criti

Fig. n. 4
Mulino di contrada Criti

Fig. n. 5
Mulino di contrada Criti, conci ben squadrati del parato murario

Fig. n. 6
Mulino di contrada Criti

Fig. n. 7
Tracce di lastricato in contrada Criti


Fig. n. 8
Tracce di lastricato in contrada Criti

Fig. n. 9
Tracce di lastricato in contrada Criti

Fig. n. 10
Tracce di lastricato in contrada Criti

Fig. n. 11
Tracce di lastricato in contrada Criti

Fig. n. 12
Materiale fittile emergente in contrada Criti

Fig. n. 13
Materiale fittile emergente in contrada Criti

Fig. n. 14
Materiale fittile, pietra lavica  frammento di marmo bianco emergenti in contrada Criti

Fig. n. 15
Materiale fittile e resti di ossa emergenti in contrada Criti

Fig. n. 16
Materiale fittile e resti di ossa emergenti in contrada Criti

Fig. n. 17
Materiale fittile e frammenti di marmo bianco emergenti in contrada Criti





Note

[1] L'escursione è stato condotta assieme all'architetto Salvatore Nicolosi ed era volta alla creazione di una turistica via dei mulini, previa catalogazione degli stessi.

[2] Di questo ritrovamento ne ha successivamente dato notizia l'archeologo Andrea Arena durante la conferenza del 17 novembre intitolata "Rossomanno e il territorio circostante. Nuove acquisizioni, letture e futuri progetti", organizzata dall'Università Popolare del Tempo Libero "Ignazio Nigrelli" di Piazza Armerina.


Autore: Filippo Salvaggio


Ringraziamenti

Ringrazio l'architetto Salvatore Nicolosi per l'utilissimo apporto e l'archeologa Serena Raffiotta, che mi ha incoraggiato a pubblicare questo articolo di blog.

Commenti

Post popolari in questo blog

Un inedito e probabile edificio termale in contrada Ratto - Mazzarino

Una basilica in contrada Serre d'Api